Venerdì 19 febbraio
h 22 | 3

Un venerdì dedicato a due giovani cantautori indipendenti italiani che ci presenteranno le loro produzioni recenti attraverso la formula dello showcase.
In collaborazione con Indiemood

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TETI CORTESE | PAPER WINGS

“Dopo un lungo periodo di ricerca di quel “qualcosa”, ho riscoperto il valore delle mie radici, l’importanza delle varie tradizioni, perché sono proprio loro a indirizzarci sulla giusta strada, sono proprio loro che ci raccontano, a volte anche con violenza, chi siamo. Ricerco sempre “le origini” e cerco di reinterpretarle così come hanno fatto grandi artisti come Tom Waits, Nina Simone e la meravigliosa cantautrice siciliana Rosa Balistreri.”

Siciliana di provenienza ed adottata dalla laguna veneziana dove si è trasferita per diventare architetto, Teti sceglie di affiancare agli studi accademici la passione per la musica e lo studio del canto. Diventa allieva di Piera Acone, Edu Hebling, Paolo Vianello, Laura Copiello e frequenta seminari tenuti da Cheryl Porter e Vittorio Matteucci. Da qui inizia un percorso musicale che la porta a diventare la voce solista di varie formazioni locali con cui si esibisce in situazioni intime e grandi palchi e con cui collabora anche incidendo brani in diversi album.
Nel 2010 conosce la cantante statunitense Ty Le Blanc che la chiama come corista per importanti festival musicali come il Pistoia Blues Festival, il Trasimeno Blues Festival, il Piave Blues Festival per eventi organizzati dall’Hard Rock Cafè. Ha condiviso il palco con importanti musicisti italiani come Vince Vallicelli, Pippo Guarnera, Nick Becattini, Guglielmo Pagnozzi, Michele Bonivento, Alvise Seggi.

Attualmente Teti è impegnata nella presentazione in Italia e all’estero del suo nuovo album “Paper Wings”: ri-scrittura e arrangiamento di brani inediti tratti dalle pagine dei suoi diari, brani con cui ha vinto nel 2014 i concorsi “Fuori Nota Music Festival” (Venezia) ed il “Città Viva Unplugged” (Portogruaro).

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GIULIOMARIA GARBELLOTTO | CANTAUTORE PRECARIO

Giuliomaria Garbellotto è un cantautore atipico. E' vero: ha la barba, scrive musiche e testi, gira un sacco. Ma la parte cantautoriale finisce qui. I suoi spettacoli sono momenti di musica volutamente unici, che variano di concerto in concerto: molto spazio è lasciato all'improvvisazione, agli strumenti che trova per strada, al rapporto con il pubblico della serata.
Non a caso lo spettacolo si chiama "Cantautore Precario": non è solo un riferimento autoironico alla propria condizione finanziaria, ma è anche una sorta di auto-riconoscimento sociologico, dove la precarietà è vista come una catarsi. Un po' come un palazzo antisismico si adatta a movimenti sussultori ed ondulatori, il cantautore precario si adatta ai mutamenti quotidiani di una società impazzita che viaggia a velocità social.
Il risultato, per l'ascoltatore, è quello di aver partecipato ad un evento irripetibile ed unico, che non potrà più essere ripetuto nella medesima forma.

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